giovedì 16 aprile 2009

Lacché

Un tempo era un impiego molto ambito. Si vestiva eleganti e si stava a contatto con i signori. Comunque era meglio che zappare la terra o crepare in fabbrica.
Oggi, pare che siano tornati quei tempi. Di Pietro accusa Cicchitto e Gasparri di essere dei lacché professionisti? Ci si aspetterebbe che questi rispondano, come chiunque abbia un minimo di dignità, "io non sono un lacché per questo, quest'altro e quest'altro ancora". Invece, niente. Rispondono, sì, ma che Di Pietro è disonesto, che Di Pietro tiene gli scheletri nell'armadio, che Di Pietro non può fare la morale a nessuno. Insomma, che siano dei lacché è fuori discussione anche per loro: solo che, a ricordarglielo, devono essere solo quelli del centrodestra: per i quali, evidentemente, si tratta di un complimento.
Election Day: lasciamo perdere. Sogno che si voti il 21 giugno e che si raggiunga lo stesso il quorum, soprattutto grazie hai voti dei meridionali. Che, in questo modo, potrebbero inviare al governo, alla maggioranza e a tutto l'Universo visibile e invisibile il messaggio che si aspetta da troppo tempo: la Lega ha rotto i coglioni! Ma, magari... non per niente si chiamano sogni. Finirà che perderemo il quorum per 2 o 3 punti percentuali e dovremo poi sorbirci le raffinate ironie del nostro presidente del consiglio sul fatto che lui lavora e noi perdiamo il tempo, per non parlare delle emittenti tv invase dalla faccia (o dal didietro: non sono in grado di rendermi conto della differenza) di Calderoli che esulta perché i suoi diritti costituzionali (sanciti, immagino, dalla Costituzione padana) sono stati garantiti.
Sarebbe l'occasione, per noi del Sud, di dimostrare per una volta che siamo ancora uomini, non solo schiavi, leccapiedi e quaquaraquà. Uso il condizionale perché non ci credo: purtroppo, quello che siamo lo sappiamo benissimo.