...e il silenzio dovrebbe valere ancora di più adesso, in questi giorni, con gli sviluppi che ha preso il caso di Eluana Englaro. Tacere, chiamarsi fuori da una storia in cui ci sono sempre più dolore e più sciacallaggio, sembra l'unica scelta dignitosa.
Quante battute potrei tirare fuori sull'argomento! Me ne scappa solo una: B. ha imparato le uniche cose che sa sul coma irreversibile vedendo "Kill Bill-vol.1", così come la Gelmini ha imparato tutto ciò che sa della scuola vedendo "Notte prima degli esami-Oggi". Non ci riuscivo proprio, a trattenerla...
Poi si potrebbe mettere a confronto il concetto di vita, le varie posizioni al riguardo. Quella del clandestino malato e quella di chi vede prolungarsi all'infinito l'agonia, l'attimo del trapasso. Chi sa perché tanti sono disposti a combattere e perfino a uccidere per vite potenziali, puramente teoriche, mentre si lasciano sfilare sotto il naso delle vite perfettamente complete, che andrebbero avanti con pochissimo (o anche nulla, basta non disturbarle), come se non esistessero. Forse concentrarsi sulle prima aiuta molto a ignorare le seconde. Sinceramente, non lo so e non lo voglio sapere.
sabato 7 febbraio 2009
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