sabato 16 maggio 2009

di quante cose....

...si dovrebbe scrivere, di questi tempi.
Le prime riguardano senza dubbio le nuove iniziative di lotta all'immigrazione clandestina. Una nobile causa, da certi punti di vista. I trafficanti di carne umana sono tra i criminali più spregevoli al mondo e metterli in condizione di non nuocere sarebbe uno straordinario successo della civiltà.
Ma, per farlo, occorrerebbe che a occuparsi del problema fossero persone di grande determinazione e di superiore spessore morale. Sarò anche prevenuto ma, in questo momento, se la determinazione non manca, lo spessore morale sembra che si trovi dall'altra parte dell'Universo. Non mi risulta che l'Acnur sia composto da un accolita di incompetenti e parassiti e, se è arrivato a lamentarsi con una tale durezza di tono del governo italiano, qualche motivo ci sarà. E poi, personalmente, sono convinto che dietro questa storia dei respingimenti in acque neutrali ci sia soltanto il solito bieco calcolo politico, il modo di segnare un successo a buon mercato a proprio favore in una perenne campagna elettorale e di aizzare la piazza verso temi su cui si può contare di trovare generale successo e ascolto, distogliendo nel contempo l'attenzione dai veri problemi.
I ragazzi di oggi possono essere rimbambiti con la storia che l'immigrazione è la causa della delinquenza solo perché non sono cresciuti nei tempi molto più duri in cui siamo cresciuti io e tanti altri che, però, sembrano aver resettato tutta la loro memoria. Durante la mia giovinezza, tra gli anni '70 e gli anni '80, di immigrati in Italia non ce n'erano ma la delinquenza era molto più e molto peggio di adesso. Poi siamo diventati tutti, buoni e cattivi, tanti gran signori e il grasso al cuore ci ha fatto dimenticare chi eravamo stati.
A questo, bisogna aggiungere che il nostro Paese è pieno di frustrati ai quali non pare vero di essere considerati appartenenti a una razza eletta per il solo fatto di esistere, senza mai essersi sprecati a fare nulla che potesse minimamente giustificare un simile privilegio. A costoro, la soluzione di eventuali problemi non importa, perché tanto essi resterebbero sempre e soltanto dei frustrati e, in un mondo felice, sarebbero ancora più infelici per il contrasto con gli altri. Preferiscono le soluzioni che comportano del male anche per loro stessi, purché comportino soprattutto il male degli altri.
Carlo Maria Cipolla, economista e storico, in un famoso saggio, definì chiaramente questi soggetti "gli stupidi" e dimostrò scientificamente il danno che hanno sempre inflitto al resto dell'umanità. Un inconveniente della democrazia è che debbano avere gli stessi diritti degli altri... ma,q uando si comincia a parlare di limitazione dei diritti, si trova sempre qualcuno pronto a farsi forte aizzando gli stupidi contro chi la pensa diversamente da lui, quindi è meglio tenersi la democrazia così com'è.

Nessun commento: