Caro Ministro,
la Sua nobilissima decisione di consacrare la sua esistenza alla lotta contro i fannulloni e parassiti della Pubblica Amministrazione mi ha folgorato come accadde a San Paolo sulla via di Damasco. Pertanto, ho deciso di offrirle un mio piccolo contributo alla risoluzione del problema.
Innanzitutto, faccia così: si liberi da certi pregiudizi pietistici figli della cultura del politicamente corretto e del 6 politico e tratti gli statali, indiscriminatamente, da ciò che sono: dei delinquenti che non si rassegnano all'idea che, non essendo nati dalla parte della razza eletta, a loro tocca solo essere degli schiavi a vita come quelli del settore privato. Che cosa sono questi strumenti antiquati come il cartellino marcatempo o i tornelli! Lo strumento migliore per tenerli sotto controllo come si deve, è il braccialetto elettronico. Una volta sperimentato sui carcerati (che, Lei lo sa, di solito sono persone molto migliori degli statali, specie di quelli di sinistra) non dovrebbe essere difficile estenderlo anche ad altre categorie che ne sono degne. Quanto ai possibili costi, nessun problema: si rivolga pure a Tremonti e, un taglio qua, una sforbiciata là, le risorse usciranno. Pensi poi all'impulso che ne riceverebbe il Pil, dalla produzione in massa di simili, raffinati strumenti tecnologici: poi potrebbe anche vantarsi di essere un buon socialdemocratico, che applica politiche keynesiane (lo Stato spende in modo utile e rilancia la domanda interna), senza contare la gratitudine di cui certo la farebbe oggetto il presidente del Consiglio, perché è virtualmente impossibile che, in mezzo alle 700 e passa imprese di cui quest'ultimo è azionista, non ce ne sia anche una che produce braccialetti elettronici. E, si sa, nessuna impresa, in Italia, funziona meglio di quelle del Presidente: mai uno sciopero, mai un'ora di lavoro persa in nessun modo. Altro che cinesi, coreani o giapponesi.
Poi le suggerirei di applicare un metodo pressoché infallibile per stanare i fannulloni peggiori, tra l'altro un metodo che ebbe un grande successo al tempo in cui al governo c'era (con una maggioranza parlamentare simile a quella di oggi) un altro socialista passato a destra, ossia Mussolini: la delazione, meglio se anonima. Nell'attesa di istituire ufficialmente quelle belle figure come i capi-palazzo che, ai bei tempi in cui i treni arrivavano in orario, garantivano l'immediata identificazione e punizione di tutti i disfattisti che "remano contro il loro Paese", provi a far partire un esperimento pilota nella Pubblica Ammistrazione e proponga a tutti gli statali non ancora del tutto corrotti dalla sinistra e dal sindacato di denunciare i loro colleghi più fannulloni a un numero verde. D'altronde, a livello parlamentare, non dovrebbe incontrare grandi problemi a far passare una norma simile. Anche la sinistra (vedi Pietro Ichino) ogni tanto si fa venire un'idea del genere: ma è ovvio che, proprio in quanto sinistra, non saprebbe mai concretizzarla. Per usare il pugno di ferro, occorre essere uomini davvero, non necessariamente all'altezza del Presidente, ma il più vicini possibile al suo ideale. Per questo, quindi, l'operazione repulisti, nello Stato, deve iniziare dalle donne, naturalmente più deboli, emotive, ormonali, uterine, isteriche, piagnucolose, convinte che (orrore!) basti aver preso un titolo di studio per meritare un lavoro dignitoso, sempre pronte a lamentarsi di molestie sessuali di fronte a ogni "carineria" che si concede loro. Come non ha detto Cossiga, ma certamente lo pensa (e con lui tanti, tanti, tanti altri: tutti ottimi elettori, ministro, lo ricordi), prima si sbattono fuori queste puttane e meglio è.
Così, per dare il buon esempio, comincio a denunciarne una io, che sta nella mia stessa amministrazione. Una fannullona, mi creda, che non la batte nessuno. Una che prende uno stipendio favoloso per non fare assolutamente nulla, che lascia tutto il lavoro agli altri e poi salta fuori all'ultimo momento per prendersene il merito. Una che, ufficialmente, dovrebbe andare dappertutto e poi non va da nessuna parte, solo qualche volta dove è sicura di trovare solo amici. E poi è anche in età fertile, quindi sicuramente si sta preparando a mettersi in maternità, sulle spalle dei contribuenti, appena le viene comodo. Insomma, se pagarla non è buttare i soldi dalla finestra, cos'altro lo è? Forse lei la conosce: si chiama Gelmini, Maria Stella Gelmini.
lunedì 17 novembre 2008
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